Dott.ssa Roberta Farro
Grafologa - Perito Giudiziario - Consulente Risorse Umane

Grafologia Forense


La grafologia forense, per raggiungere tale obiettivo, si avvale del metodo grafonomico su base grafologica (o segnaletico descrittivo), che, superando la visione statica propria della vecchia metodologia calligrafica (o grammatomorfica), considera la scrittura nei suoi aspetti cinematici e dinamici, vale a dire come processo in divenire, prodotto cerebrale e neuromuscolare e, pertanto, espressivo dell’ identità di mano e delle spinte temperamentali di chi scrive.

“La scrittura è di origine cerebrale ed è lì che si formano gli engrammi simbolico-letterali e gli schemi di movimento, mentre l’organo periferico scrivente non fa che ricevere e attuare lo stimolo centrale” (B. Vettorazzo, 1998).

L’attuale tecnica peritale scaturisce, dunque, dall’integrazione di due impostazioni: grafonomica la prima, grafologica la seconda. L’approccio grafonomico, mediante il criterio della ricerca concentrica, consente di periziare la scrittura, partendo dai connotati generali, fino ad arrivare ai connotati salienti, ai contrassegni particolari e, in ultimo, al tipo grafico individuale (sintesi espressiva della natura dello scrivente).

L’approccio grafologico, invece, approfondisce la matrice neurofisiologica del gesto grafico, in quanto privilegia l’implicazione neuromuscolare dell’ attività scrittoria. In relazione al quesito formulato e al valore qualitativo, oltre che quantitativo, dei riscontri emersi il Grafologo potrà esprimersi, con un giudizio di possibile, probabile o di certa identità o di non identità.

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